Marquez trionfa a Misano. Ottavo titolo mondiale sempre più vicino.

Il 7 e l’8 (come il celebre di Ficarra e Picone), insieme al 93. Un terno che sembra infatti andare d’amore e d’accordo dopo quanto successo ieri nella gara di Misano per diverse ragioni fondamentali. Nel primo caso perché la vittoria conquistata da Marc Marquez in Romagna è infatti stata la settima meraviglia della stagione dello spagnolo. Ed è servita a mettere sempre più una seria ipoteca sull’ottavo titolo in carriera. Il 93 invece oltre ad essere il numero che ha sempre contraddistinto la carriera del fenomeno di Cervera, da ieri sera è anche il margine che Magic Marc ha messo tra sé ed Andrea Dovizioso a 7 gare dalla conclusione del Mondiale.

Un gap rassicurante che permette ormai allo spagnolo della Honda di iniziare a pensare a dove può arrivare la certezza matematica dell’ennesima impresa della sua carriera, propedeutica a farlo entrare sempre più tra i grandissimi del Motociclismo Mondiale. L’ottavo titolo mondiale (ormai quasi vicinissimo), suonerà (in prospettiva futura) come un campanello d’allarme soprattutto per Valentino Rossi. La sensazione è che il Dottore con i suoi 9 allori iridati in carriera, inizi già a tremare perché è chiaro che di questo passo MM 93 lo supererà come numero di titoli mondiali, contemporaneamente metterebbe sempre più nel mirino il record delle 15 Vittorie Iridate detenute da Giacomo Agostini. Obiettivo alla portata per MM 93 se la si vede in un modo, un po’ più difficile se la si guarda con un altro orizzonte. Da una parte l’età (26 anni) mette infatti lo spagnolo nelle condizioni di avere ancora tantissime stagioni davanti ad altissimi livelli di rendimento, nella quale arrotondare la già strepitosa carriera con vittorie, titoli mondiali, imprese e capolavori. Dall’altra c’è però da fronteggiare una concorrenza di piloti che nel 2019 stanno avendo una crescita costante sul piano dei risultati e che dal 2020 (se la moto sarà a livello della Honda attuale) possono pensare di poter tentare di infastidire l’egemonia di Magic Marc. Se Nicky Hayden e Casey Stoner prima e Jorge Lorenzo e lo stesso Marquez dopo posero fine al lungo dominio di Valentino, l’impressione è che in futuro sia Alex Rins come Fabio Quartararò saranno i due rivali più temibili che Marc avrà sulla sua strada verso il proseguimento del proprio dominio. Vero è che ci sarebbe anche Maverick Vinales da inserire nella mischia, altrettanto vero è che lo spagnolo della Yamaha non sempre ha avuto una continuità elevata di risultati. Perché se è in giornata diventa un pilota temibile e in grado di dare fastidio a Marquez, contrariamente passa sempre i suoi Gp nell’anonimato, svolgendo sempre le veci del comprimario. La gara di ieri a Misano è servita al fenomeno di Cervera per mettersi alle spalle le due sconfitte rimediate al fotofinish in Austria da Andrea Dovizioso e in Gran Bretagna da Alex Rins. In entrambe le gare, dura era stata per un vincente come Marc subire degli “affronti del genere”, lui che nel passato, nel 90 % dei casi, nei corpo a corpo era (quasi sempre) riuscito ad avere la meglio e a stroncare le ambizioni degli avversari. Ieri in Romagna è invece arrivato per Marquez il rovescio della medaglia di quanto accaduto nelle ultime due gare d’agosto. Il sorpasso operato negli ultimi giri su Fabio Quartararò, è sembrato essere suonare come una specie di vendetta che Marc si è voluto prendere con se stesso dopo quello che gli era accaduto sia in terra austriaca che inglese. Ed è servito a ribadire ( per chi forse non lo ha ancora inculcato nella mente) che il vero padrone della MotoGp è lui, soltanto lui e che solamente lui può decidere il destino del Mondiale con un clamoroso crollo sul piano dei risultati che (purtroppo per Dovizioso e la Ducati) non sembra mai esserci su più gare. Se la costanza di risultati di Marc sembra essere sempre inalterata, per il forlivese la discontinuità di rendimento sembra invece farla da padrone. Sia in Gran Bretagna che in Romagna ci si attendeva un Dovi più combattivo e in grado di provare ( almeno) a ripetere l’impresa di metà agosto ed invece… Invece i concetti di delusione e rabbia sul volto di Andrea in e l’hanno fatta da padrone in entrambe le gare. A Silverstone la gara finita anzitempo per l’incidente al via ha fatto perdere al Dovi la possibilità di poter essere della partita nella lotta per il podio, a Misano il sesto posto finale è maturato al termine di un fine settimana dove ha chiaramente sofferto durante tutti i turni di prove libere, le qualifiche prima di salvare il salvabile ieri in gara con il piazzamento dietro Morbidelli e Valentino. Che il Mondiale per il forlivese era andato ben prima della vittoria in Austria, era ormai risaputo da un po’ di tempo a Borgo Panigale, ciò non toglie che la Rossa a due ruote doveva e poteva essere della partita nelle ultime due gare. Per il terzo anno consecutivo Andrea Dovizioso deve quindi pensare a salvaguardare la seconda posizione nel Mondiale Piloti. Una delusione se la si guarda sulle ambizioni che si avevano in casa Ducati ad inizio stagione. Una rassegnazione se invece la si osserva se si analizza il fatto che si è di fronte ad un fenomeno ( Marc Marquez), che non sbaglia mai un colpo, non accusa mai cali di tensione ed è sempre e costantemente sul podio nell’ipotesi che non riuscisse a portare a casa la vittoria. La gara di Aragon (29 Settembre), avrà nei giorni precedenti un tema importante che riguarderà Marc e due per Andrea. Lo spagnolo (nella seconda delle tre spagnole in calendario) vuole mettere un ulteriore mattone sulla conquista dell’ottavo titolo mondiale. E farlo con un’ altra affermazione sarebbe un ulteriore mazzata sui suoi (potenziali) avversari. Di contro il Dovi avrà un approccio della gara spagnola facendo riferimento a due chiavi di lettura fondamentali. Ad iniziare dal fatto che vuol prendersi una rivincita per :1) riscattare le ultime due gare deludenti di Gran Bretagna e Romagna ; 2) riprendersi la rivincita del 2018 su Marc quando negli ultimi giri perse con lo spagnolo il duello per la vittoria del Gran Premio. Inoltre le vittorie di tappa rimangono per il forlivese l’unica valvola di sfogo fino happy end di Valencia (ultimo appuntamento del 2019).