Doppietta Ferrari a Singapore. Vettel ritorna alla vittoria.

Spa, Monza, Singapore. Un tris di piste che per la Ferrari ha avuto ( probabilmente) il sapore del triangolo magico. Oggi con il successo di Sebastian Vettel sulla pista di Marina Bay, la sensazione è che la Rossa di Maranello abbia definitivamente svoltato sul piano delle prestazioni e messo (probabilmente) un po’di zizzania in vista della parte finale della stagione.

Che il sesto titolo mondiale di Lewis Hamilton sia ormai quasi ufficiale è una ormai una certezza consolidata nel tempo : lo dimostrano infatti i 65 punti di vantaggio su Bottas, i 96 sul duo Leclerc-Verstappen e i 102 su Vettel. Di contro a preoccupare però la Mercedes e il pilota inglese, è (da tre gare a questa parte) la clamorosa inversione di tendenza della Ferrari dal punto di vista delle perfomance.

Se in Belgio come in Brianza era risaputo e preventivabile (per le caratteristiche di entrambi i tracciati) che la scuderia di Maranello sarebbe stata competitiva per contendere la vittoria alle Frecce d’Argento, nel fine settimana asiatico è invece avvenuto (per fortuna della Ferrari, purtroppo per Mercedes e Red Bull) il rovescio della medaglia di quel che ci si aspettava alla vigilia. Dalle qualifiche alla gara, l’impressione è che gli aggiornamenti aereodinamici portati da Maranello a Marina Bay, abbiano permesso alla monoposto rossa di colmare il gap dalla vetture tedesche e austriache sulle piste lente e dove è richiesto un alto aereodinamico. La pole position conquistata sabato pomeriggio da Charles Leclerc, ha infatti avuto il sapore della sorpresa e dell’imprevedibilità.

Il double ottenuto oggi in gara, è stata invece la dimostrazione di come la miglior prestazione sfornata in qualifica dal pilota monegasco non sia stata casuale, bensi perché la Ferrari era veramente la vettura più veloce in pista. L’affermazione di Vettel a Singapore, ha rappresentato probabilmente il risveglio di un 4 volte campione del mondo che ultimamente aveva perso quello smalto e quella voglia di lottare per la vittoria. Tra Spa e Monza, cupo e sconvolto era infatti stato l’atteggiamento del tedesco nel post gara, per colpa di un talento cristallino che lo aveva messo alla porta facendo riflettere lui stesso e dubitare tutta la critica sul suo reale valore.

Stato d’animo che Seb ha avuto anche nel post qualifiche di Singapore, quando un errore nell’ultimo tentativo del Q3 gli ha fatto perdere la possibilità di centrare (almeno) la prima fila se non la pole position. In gara l’impressione è che sia invece rivisto il Vettel che tutti conosciamo a partire dal valzer dei pit stop. Vero è che vano è stato il tentativo di riuscire a superare Hamilton alla partenza, altrettanto vero è che azzeccata è stata la strategia adottata dalla Ferrari durante il cambio-gomme. Il tedesco rispetto a Charles decide di anticipare la propria sosta di un giro, centrando pienamente l’obiettivo di superare il monegasco quando quest’ultimo rientra in pista dopo il proprio pit stop. Fatale nelle ambizioni di vittoria di Leclerc è stato il degrado delle sue gomme, avvenuto probabilmente molto prima rispetto a Vettel. Il fatto di mettere un po’ di margine tra lui e Hamilton ha (paradossalmente) rappresentato l’errore commesso da Charles, perché ha costretto le sue gomme soft ad un deterioramento prematuro rispetto agli altri.

Sebastian non ha quindi fatto altro che ringraziare per andarsi a prendere una vittoria che gli mancava da quasi tredici mesi. Il G.P di Spa della scorsa stagione, era stato l’ultimo squillo del tedesco (con quel sorpasso da urlo su Hamilton al Kemmel), prima di cadere in un profondo digiuno di vittorie ( durato 22 G.p) ed interrompere la lunga astinenza di vittorie sulla pista di Marina Bay. In teoria ci sarebbe assegnare al 4 volte campione del mondo l’affermazione (morale) maturata in Canada, peccato che gli è stata tolta dopo la bandiera a scacchi per una decisione abbastanza esagerata presa dai commissari dopo l’episodio che lo vide coinvolto con Hamilton. Le tre Safety Car entrate nel giro di pochi giri a Marina Bay lo hanno probabilmente aiutato, perché gli hanno permesso di respirare nel duello con il compagno di squadra e di non usurare (esageratamente) le sue gomme. Contemporaneamente è sembrato ugualmente difficile che Leclerc potesse soffiargli la leadership della gara.

Troppa infatti è stata la capacità di concentrazione che Vettel ha messo tra i muretti della pista asiatica, al tempo stesso altrettanta era la voglia di ritornare ad assaporare la gioia della vittoria e conquistare il quinto trionfo personale sulla pista asiatica. Adesso la domanda è : in casa Ferrari si ristabiliranno le gerarchie di inizio stagione, ossia quelle espresse da Mattia Binotto durante la presentazione della vettura a Maranello ? Da un punto di vista logico, sembra che Leclerc possa godere di un piccolo status di prima guida. Non tanto per le due vittorie, bensi perché anche le cinque position conquistate fino ad adesso dal talento ferrarista, testimoniano di un duello in famiglia chiaramente stravinto su Vettel. All’atto pratico il ritorno alla vittoria di Sebastian può però rimettere tutto in discussione. È probabile infatti che da una parte il team principal della Rossa si trovi nella condizione di mettere entrambi alla pari nelle sei gare della stagione. Dall’altra in Binotto vi è invece la consapevolezza che con un Vettel recuperato al 100 % dal punto di vista mentale e psicologico ma soprattutto a livello di standard prestazionali, la Ferrari possa giocare a due punte in vista delle 6 gare che faranno calare il sipario sul 2019. Il Gran Premio di Russia, in programma domenica prossima sulla pista di Sochi, sarà un altro esame di maturità per la scuderia di Maranello se ha definitivamente svoltato e sia messa da parte il primo segmento di campionato. Il terzo e quarto posto nel Mondiale Piloti ( per Seb e Charles) e la seconda posizione nella classifica iridata Costruttori ( per la Ferrari), saranno gli obbiettivi minimi che Maranello avrà per chiudere degnamente il 2019 e tentare nuovamente l’assalto ad entrambi i Titoli Mondiali nel 2020.