Sant’Agata di Militello – Luciano Regina, una bandiera del Sant’Agata


Sant’Agata di Militello –
Cuore biancoazzurro, cuore di capitano. Una delle bandiere del Città di Sant’Agata di Militello, compagine leader del girone B di Promozione siciliana, è certamente Luciano Regina. Una vita tra mare e campi da calcio, un amore per il pallone che adesso può finalmente calciare difendendo i colori a lui più cari, quelli della sua amata Sant’Agata. Il difensore biancoazzurro si è quindi lasciato andare, parlando del recente passato, del presente e del futuro prossimo del club messinese. Luciano-Regina lasettimanasportiva

Luciano, con questa maglia hai condiviso gioie e dolori, anche quando eri fuori il bianco e l’azzurro continuavi a portarli dentro il cuore. Ti senti una bandiera del Sant’Agata?

“Per me, e non me ne voglia nessuno, colori di Sant’Agata e del mio cuore, come credo di tutti quelli che hanno vissuto il grande calcio nel nostro paese, sono solo il bianco e l’azzurro. E se anche la società quest’anno ha deciso di cambiare look, un motivo ci sarà. Questo è un segnale forte per tutti! Io bandiera? Diciamo che mi sento e sono quello che nella storia del calcio santagatese ne ha vissute tante, e non è un caso che chiunque parla del Sant’Agata ricorda il mio nome, nel bene e nel male, calcistico ovviamente”.

La stagione scorsa sono state buttate le basi per un campionato, l’attuale, di livello. Dicembre 2014, siete arrivati tu e Jack Bontempo, il resto è storia recente e parla di varie conferme e innesti importanti, questo secondo te può essere l’anno della svolta del calcio santagatese?

“Io sono andato via da Sant’Agata due volte, nel 2001 e nel 2012, in ambo i casi le società fallirono e non ci fu calcio. Il 2005 fu l’anno del ritorno in Eccellenza, quello dello scorso dicembre, l’anno della rinascita e del rilancio calcistico di Sant’Agata. Dopo aver visto la squadra del mio cuore subire un’umiliazione calcistica in quel di Rocca di Capri Leone, con il mio grande fratello Bontempo, non avevamo che questo desiderio: aiutare la squadra a salvarsi e riportarla in auge l’anno successivo, e credo che i presupposti visto l’andamento attuale ci siano tutti”.

Da sempre sei stato un leader per compagni e tifosi, ovunque hai giocato sei stato sempre molto apprezzato. Qual è il segreto di Luciano Regina?

“Il mio segreto è la grande passione, la voglia di non mollare mai e dare sempre il massimo in ogni occasione. Essere leader dentro e fuori dal campo e soprattutto esser e l’amico di tutti, una persona sulla quale tutti devono e possono contare”.

Benissimo in campionato e Coppa Italia, dove ancora siete imbattuti. Risultati importanti quelli che avete conseguito fino a questo momento, potendo scegliere opteresti per la vittoria del Campionato o della Coppa Italia?

“Campionato o Coppa Italia? Beh, intanto la cosa principale è essere in Eccellenza, a quel punto vorrà dire che almeno una delle due competizioni l’abbiamo conquistata, ma se vogliamo farci e fare un regalo ai nostri tifosi, two is megl’ che one!”.

Nelle ultime due gare di campionato con Acquedolcese e Città di Messina, la difesa, che fino ad allora era la più ermetica del torneo, ha incassato 5 reti, alcune anche in fotocopia. Frutto soltanto di casualità o c’è qualcosa da rivedere?

Forse un po’ di troppa sicurezza e presunzione, dobbiamo tornare ad esser “cattivi” ed umili”.

Via Marandano e Naro, dentro Buda e Calabrese, decisivi nell’ultima gara, il primo con una rete, il secondo con l’assist per Aiello. Li ritieni acquisti fondamentali per arrivare in fondo?

“Stiamo parlando di quattro giocatori che, per un verso e per l’altro, hanno fatto sempre le fortune delle squadre dove sono stati. Totò è un grande attaccante con una media gol pazzesca, Naro, con la giusta concentrazione e voglia di sacrificio, sarebbe sprecato anche in Eccellenza. Son andati via perché volevano maggiore continuità, al loro posto sono arrivati Buda e Delfio. Buona la prima, come si dice, e speriamo anche la seconda. Ma quello che ritengo imprescindibile per noi è rimanere un gruppo unito che lotta per un unico obiettivo, se questo continua a succedere, allora si che saremo tutti fondamentali”.

Sabato scorso finalmente c’è stato il ritorno del pubblico, anche se questa squadra e questa società meriterebbero ben altra platea. Che spiegazione ti dai tu che a Sant’Agata ci vivi e di questa squadra sei il capitano?

“Pian piano sembra che qualcosa si muova e questo è merito di tutti. Squadra perch<è arrivano i risultati e società perché li invoglia e li spinge ad esser in campo con noi, ma siamo ancora lontani dai tempi in cui il Fresina faceva venir la pelle d’oca. Spero davvero che sia un crescendo di partita in partita e che il prossimo anno saremo sempre in 12”.

Per la serie gli esami non finiscono mai, sabato vi attende una partita tutt’altro che facile contro il Città di Mistretta. Che match sarà?

“Per noi ogni partita sarà una gara diversa e difficile allo stesso tempo. Ogni squadra che ci affronta dà sempre qualcosa in più per provare a fermare la capolista, tra l’altro ancora imbattuta. Noi affronteremo ogni partita sempre con massimo rispetto e umiltà verso l’avversario. Sabato ci aspetta un campo ostico, forse la trasferta più delicata perché arriva quasi al termine di mezza stagione tirata sempre al massimo con 19 gare ufficiali disputate. Una partita quindi da non sottovalutare ma ti dico pure che una grande squadra si vede in queste gare”.

Angelo Giallombardo