Palermo Calcio – A volte ritornano…stavolta è toccato a Delio Rossi

L’esonero di Roberto Stellone avvenuto in tarda mattinata, ha riportato al Palermo quello che forse  è stato il miglior allenatore dell’era Zamparini.  Sarà infatti Delio Rossi a raccogliere l’eredita dell’ex tecnico del Frosinone sulla panchina rosanero. Il romagnolo ( che già stasera sarà in città),  ritorna quindi in Sicilia dopo le due stagioni fatte di soddisfazioni importanti ( vedasi le due qualificazioni consecutive in Europa Lwague), ma anche di  delusioni come l’aver mancato l’accesso alla Champions League nel maggio 2010 e aver perso la stagione successiva la finale di Coppa Italia con l’Inter. La durata del contratto ? Fino a fine stagione, con l’opzione che potrà essere esercitata nel caso in cui i siciliani centrassero la Serie A  tramite  la promozione diretta a metà maggio( nel caso in cui i palermitani conquisterebbero la seconda posizione a scapito del Lecce)  oppure tramite i play off a metà giugno ( nell’ipotesi che il Palermo non riuscisse a conquistare la promozione diretta e andrebbe tramite la vittoria della finale play off).

Delio Rossi

Sarà un caso, ma Delio ritorna a Palermo in maniera analoga al suo primo approdo sulla panchina rosanero. In tal senso, a novembre 2009 il tecnico romagnolo subentrò al posto di Walter Zenga dopo il pareggio interno nel derby con il Catania che costò l’esonero dell’uomo ragno. In più l’analogia si può allargare anche alla primavera del 2011, quando a marzo venne cacciato da Zamparini dopo 0-7 rimediato con l’Udinese al Barbera, con il conseguente  ritorno avvenuto ad inizio aprile per sostituire Serse Cosmi ( che nel mese prima era subentrato al suo posto), dopo la pesante sconfitta ( per 4-0) maturata il giorno prima nel derby con il Catania al Massimino. Vero è che le analogie sulla sua prima esperienza da allenatore del Palermo sembrano esserci, altrettanto vero è che le situazioni, i campionati e gli obbiettivi tra il Palermo di allora  e quello attuale sono totalmente diversi. Perché otto-nove anni fa, quando Rossi  prima subentrò e dopo ritornò, i rosanero avevano nell’ambizione la caratteristica che più li faceva vivere e li metteva nelle condizioni di sognare in grande.

Adesso c’è invece da riconquistare la Serie A dopo due anni di purgatorio nella massima serie, ma soprattutto c’è da riprendersi quello che il destino ha tolto ai rosanero a giugno 2018 nello spareggio perso tra le polemiche con il Frosinone. Quattro partite che equivalgono a quattro finali,  in cui l’impressione è che  il Palermo abbia nelle proprie mani il destino su chi dovrà accompagnare ( ormai sicuramente) il Brescia verso la conquista della promozione diretta . Perché se la formazione di Eugenio Corini,con la vittoria di Salerno ha ormai ipotecato la vittoria del campionato  e il Lecce si trova in seconda posizione con tre punti di vantaggio sui rosanero, gli stessi  salentini devono ancora  passare dal turno di riposo previsto per tutti ad inizio stagione.

Logica conseguenza che permetterebbe al Palermo, in caso di bottino pieno nelle ultime quattro giornate di campionato, di andare ugualmente in A anche   nell’ipotesi in cui i giallorossi dovessero conquistare 9 punti nelle tre partite che ancora devono disputare durante la stagione regolare. Perché gli scontri-diretti ( in caso di arrivo a pari punti), sono dalla parte dei rosanero  che hanno avuto il merito ( è bene precisarlo) di battere i salentini sia nella gara d’andata che in quella di ritorno con il medesimo risultato ( 1-2 in Puglia 2-1 in Sicilia).

Tutto questo a patto che i rosanero ritornino alla vittoria nella trasferta di sabato prossimo a Livorno, ma soprattutto ritrovino quella voglia e quella capacità di sacrificio dimostratasi vincente nella vittoria di Benevento, maturata prima del deludente pareggio di ieri sera a Palermo con il Padova.

Danilo Scurria