Spareggi InPrima – Dopo l’anno di purgatorio la Sfefanese torna in promozione

E tutto vero. Il titolo che la prima pagina della  Gazzetta dello Sport ha dato alla vittoria dell’Italia ai Mondiali di Germania 2006 , può anche tornare utile  per celebrare la  vittoria della Stefanese nella finale play off con la Supergiovane Castelbuono. Il sogno di riportare Santo Stefano in Promozione dopo l’anno di purgatorio in Prima Categoria, è quindi diventato realtà con il 2-1 che la formazione di Dino Vaccaro ha rifilato alla squadra palermitana.

Un risultato ed una soddisfazione ottenuta al termine dei tempi supplementari, al culmine di una sfida equilibrata, tirata e decisa da una rete di Di Stefano in Zona Cesarini del secondo tempo supplementare. Il 16 stefanese subentrato nell’extra time, concretizzava con una conclusione all’angolino una perfetta ripartenza stefanese approfittando del fatto che i castelbuonesi si erano  ormai buttati in avanti alla ricerca del gol che le poteva consentire di accompagnare la Castellucese in Promozione. Ad andarci insieme ai biancorossi è invece la Stefanese, che ha avuto il merito di conquistare il secondo posto al termine della stagione regolare ( dietro proprio alla Castellucese) e garantirsi quindi  il fattore-campo e i due risultati su tre  a disposizione in entrambe le sfide play off. Doppio vantaggio che gli stefanesi hanno iniziato a costruire dopo il mercato di dicembre, quando la dirigenza neroarancio si è mossa con grande oculatezza nel  rinforzare la rosa e innalzare il livello qualitativo dell’organico. In tal senso, se la salvezza era l’obbiettivo primario che si era posto  il clan stefanese fino a fine novembre, gli innesti di Lionetto, Rakipi, Marguglio e Piazzese portati a termine dalla società  nel mercato di riparazione, hanno chiaramente permesso alla squadra di alzare l’asticella e mettere nel mirino  (almeno) la zona play off.

Dino Vaccaro quando è stato accontentato nelle richieste che lui stesso aveva fatto alla dirigenza  nel mercato invernale, ha avuto il merito di aver subito trovato  la quadratura del cerchio, dando un’identità e  trovando un sistema  di gioco adatto  alla squadra in base agli uomini a sua disposizione, in più  trasmettendogli anche la giusta mentalità vincente. Vero è che il colpaccio di Castel di Lucio maturato ad inizio febbraio, aveva fatto cullare il sogno nella testa del tecnico mistrettese  di poter pensare di andare all’assalto della  leadership della Castellucese, altrettanto vero è che è che la vittoria in casa della capolista non è però servita  ad operare il sorpasso sulla  formazione biancorossa  grazie allo splendido campionato della Castellucese che a differenza della Stefanese nel rush finale della stagione regolare, non ha sbagliato nulla e non ha  mai mostrato di accusare  una flessione fisiologica ma soprattutto il colpo morale e psicologico dell’aver toppato lo scontro-diretto con gli stefanesi (conseguenze che hanno permesso alla formazione di Randazzo  di conquistare la vittoria del campionato ad inizio aprile).

Il 4-3-3 con il tridente nel reparto offensivo formato da Re-Piazzese-Arcuri, ha rappresentato il vero punto della squadra, insieme alla solidità difensiva di Rakipi, alla sicurezza tra i pali di Giuseppe Lionetto e all’intelligenza tattica  di  Giuseppe Ciardo e Tumminello in mezzo al campo. Entrambi hanno la capacità di fare da scudo davanti alla difesa, recuperando un numero infinito di palloni, dando quindi il giusto equilibrio alla squadra.

Piazzese ha avuto il merito di dare il là alla festa stefanese con la rete del vantaggio arrivata nel primo tempo prima del pari firmato da Angelo Signorello nella ripresa. L’inferiorità numerica maturata tra le fila stefanesi  a conclusione dei tempi regolamentari ,ha fatto venire il panico e la paura a tutto il clan neroarancio. Meno male che poi  tutto è stato compensato dalla  doppia espulsione in casa Castelbuono, simbolo evidente di come il destino doveva ridare alla Stefanese quello che le aveva tolto la scorsa estate non per colpe calcistiche, bensi per problemi extracalcistici.

Danilo Scurria