Difficile stilare una vera e propria classifica ma nell’ipotesi Fernando Alonso occupa sicuramente le prime posizioni. Lo spagnolo della Mclaren, messo da parte il deludente triennio nel quale la scuderia di Working era ritornata ad instaurare un rapporto di collaborazione con la Honda ottenendo però scarsi risultati, sperava che il 2018 sarebbe stato per lui come l’anno che lo avrebbe riportato almeno a lottare per il podio in tutte le gare. Tutto questo però non si è avverato, perché la power unit Renault montata sulla monoposto inglese non ha infatti dato i miglioramenti sperati rispetto al calvario vissuto nei tre anni precedenti con i motori della casa giapponese.
Fernando in qualifica, in questo primo scorcio di campionato è approdato in Q3 solamente a Montecarlo, negli altri sabati la Q2 ha rappresentato per lo spagnolo il massimo risultato possibile. In gara invece spesso e volentieri è riuscito quasi sempre a salvare la faccia, portando la propria Mclaren oltre i propri limiti, centrando quasi sempre la top 10 e avendo fino a questo momento conseguito come miglior risultato il quinto posto conquistato in Australia nella gara inaugurale della stagione . Non traggano però in inganno i piazzamenti tra i primi 10, perché se è vero che lo spagnolo è uno dei pochi a fare la differenza con un mezzo inferiore nella F1 attuale, allo stesso tempo i suoi risultati nella top 10 sono perlopiù arrivati perché quasi sempre si sono verificati dei ritiri da parte di piloti che dispongono di un mezzo superiore rispetto alla vettura inglese.
Lui però ha avuto il merito di cogliere tutte le occasioni che si sono presentate per cercare di portare a casa più punti possibile per il Mondiale soprattutto costruttori per la Mclaren, perché in questo momento il discorso titolo piloti per lo spagnolo rappresenta un’utopia. Flavio Briatore in ottica mercato vista la scarsa competitività della monoposto inglese, ha cercato negli scorsi mesi di sondare il terreno nei team di vertice ( Ferrari e Mercedes) , nel tentativo di rimettere il suo pupillo in Renault nelle condizioni di poter battagliare nuovamente per il titolo iridato con Sebastian Vettel e Lewis Hamilton. In teoria, in Ferrari e Mercedes ci sarebbero un volante a testa libero per il 2019, perché a Maranello Kimi Raikkonen concluderà la propria carriera in F1 a fine stagione e a Stoccarda rimane ancora in bilico il futuro di Valterri Bottas ma non è questo il punto.
Di certo c’è che la sua classe e la sua velocità sono fuori discussione ma a pesare nel destino dell’asturiano è specialmente l’età anagrafica abbastanza avanzata visto che stiamo parlando di un classe 1981. In più influisce il fatto che in Ferrari non si è lasciato in buoni rapporti a fine 2014, accusandola per il fatto che non gli ha mai dato una vettura all’altezza della Red Bull di Vettel ( durante il ciclo vincente del tedesco con la scuderia austriaca) e della Mercedes di Hamilton e Nico Rosberg nella prima stagione nella quale si ebbe il ritorno dell’era ibrida con introduzione della power unit : tutto questo nei cinque anni di militanza a Maranello. In Mercedes invece Lewis Hamilton non accoglierebbe nel migliore dei modi un eventuale approdo di Alonso a Stoccarda per diverse ragioni. Prima fra tutte perché l’iridato in carica ha sempre sofferto i compagni di pari livello, come dimostrano le precedenti esperienze con Jenson Button ma soprattutto con Nico Rosberg in seno alla scuderia campione del mondo, il quale si è permesso il lusso di batterlo nel 2016. Inoltre a pesare sono anche i trascorsi in Mclaren nel 2007, anno in cui Lewis mise in seria difficoltà Fernando creando dei conflitti all’interno del team.
Con le porte chiuse sia in Ferrari che in Mercedes, quindi la domanda che tutti si pongono è: quale sarà il futuro di Alonso ? Allo stato attuale il rinnovo per un’altra stagione con la Mclaren rimane l’unica opzione possibile, ma non è escluso che a fine 2018 l’asturiano possa lasciare il Circus della F1 e dedicarsi ad altro, visto che già nelle gare extra alla F1 ha avuto modo di togliersi delle importanti soddisfazioni con le due vittorie conquistate nel WEC alla 6 ore di Spa e alla 24 Ore di Le Mans. L’altro può rappresentare soprattutto l’assalto alla Tripla Corona. Per far si che si realizzi, occorre che lo spagnolo conquisti la 500 Miglia di Indianapolis dopo la vittoria del Mondiale di F1 avvenuta in due occasioni ( 2005 e 2006 ) e la vittoria al Gp di Monaco, che ha fatto suo anche qui in due circostanze ( 2006 e 2007).
Danilo Scurria