La continuità di rimanere sempre ai vertici del calcio italiano, contro chi vuole assolutamente ritornare a vincere dopo diversi anni d’astinenza. L’impressione è che il duello scudetto tra Juventus e Inter per lo scudetto sarà il vero liet-motiv di un campionato più incerto dalla stagione 2011/2012 ad oggi. Di analogo a otto stagioni orsono, ci sono due analogie importanti che hanno segnato fin qui la stagione attuale. Sia allora come adesso, i bianconeri sono sempre protagonisti nella lotta tricolore. Di diverso però c’è che all’epoca la Vecchia Signora era la sfidante di un Milan (allenato da Max Allegri), che veniva dalla cavalcata trionfale dell’anno precedente e che aveva in Zlatan Ibrahimovic il top player che spostava gli equilibri di un partita e dell’intero campionato.
Di contro Antonio Conte sia otto anni sia adesso, era lo sfidante che lo voleva a tutti i costi interrompere il dominio dei rossoneri in Italia e l’astinenza di vittorie della Juventus che durava da 6 anni sul campo (prima del terremoto Calciopoli) e 9 dall’ultimo trionfo per gli almanacchi ufficiali (2003 con l’ultimo scudetto conquistato da Marcello Lippi sotto la Mole).
Quest’anno il tecnico leccese oltre a voler riportare l’Inter in alto a 10 anni esatti dal Triplete conquistato da Jose Mourinho, è probabile che nutra tantissime speranze di interrompere il dominio bianconero da otto stagioni consecutive. Lui che ha avviato il lungo ciclo vincente della Vecchia Signora nel maggio 2012, con quello scudetto vinto dopo un bellissimo duello con il Milan fino alla fine risoltosi alla penultima giornata con l’affermazione di Cagliari e il contemporaneo k.o dei rossoneri nel derby con i neroazzurri. Il cammino fino ad adesso di entrambe le squadre, è stato per entrambi lineare sul piano dei risultati.
Dal punto di vista tecnico, la sensazione è che però la formazione di Maurizio Sarri sembra avere qualcosa in più sia dal punto di vista tecnico, che qualitativo come d’organico. La ampia varietà di scelte che di domenica in domenica si è trovato e si troverà di fronte il tecnico toscano da qui alla fine del campionato, potrebbe essere un fattore e una chiave di lettura che potrebbe pesare nei confronti di una squadra (quella di Conte) che forse vanta meno alternative ai titolari ma potrebbe sopperire tale handicap con la capacità del tecnico leccese di saper fuori il massimo dai suoi giocatori e avendo tratto dall’eliminazione in Champions League (paradossalemente) un possibile vantaggio. In tal senso se i bianconeri ritorneranno in campo nel doppio confronto degli ottavi di finale con il Lione, per i nerazzurri la vetrina dell’Europa League rappresenterà invece la valvola di sfogo per cancellare la delusione di metà dicembre con il Barcellona.
Vero è che sia per i bianconeri come i nerazzurri, ci sarà il peso di avere di fare due partite in più alla settimana. Altrettanto vero è che dal punto di vista fisico e mentale, la Juventus forse potrebbe lasciare qualche punto in campionato nel percorso verso il nono titolo tricolore consecutivo. Perché la Champions è di per se una competizione molto più impegnativa dell’Europa League, per livello di squadra, giocatori e prestigio. Al tempo stesso (è ormai risaputo) l’ossessione Champions League per i bianconeri è veramente forte nella testa di tutto il popolo bianconero.
Conseguenza questa che potrebbe dare all’Inter una possibilità in più per riportare il titolo tricolore nella Milano nerazzurra dieci anni dopo (maggio 2010) dalla vittoria di Siena (con rete di Diego Milito), che diede al club nerazzurro il titolo tricolore numero 18 della storia. Domenica quando ci sarà in palio il titolo di campione d’inverno, la sensazione è che l’Inter possa godere di qualche piccolo vantaggio. Se per la Juve la trasferta di Roma con i giallorossi si annuncia sulla carta impegnativa e difficile, per l’armata di Antonio Conte potrebbe (in teoria essere più agevole). In teoria perché si disputerà a San Siro, all’atto praticò è però una sfida da prendere con le molle per diverse motivazioni. Perché la squadra di Gian Piero Gasperini ha tutte le carte in regola per mettere in difficoltà i neroazzurri ma anche perché a San Siro è in teoria un campo amico anche per i bergamaschi.
Il miracolo sportivo di centrare la qualificazione agli ottavi di Champions (dopo tre sconfitte nelle prime tre gare del girone), è stato ha avuto il suo inizio proprio al Giuseppe Meazza (con il 2-0 alla Dimano Zagabria), prima dell’impresa di Donestk nell’ultima giornata del girone eliminatorio. Dopodichè ci sarà tutto un girone di ritorno da seguire con grande passione ed attenzione, in un duello scudetto sembra ricalcare quello del 1998 e del 2002 e che ancora lascia strascichi di polemiche per la decisione della giustizia sportiva dopo le sentenze di Calciopoli. Sia 22 che 18 anni fa vinse la Vecchia Signora.
Nel primo caso l’episodio Ronaldo-Juliano nello scontro-diretto di fine aprile lasciò tante polemiche ai nerazzurri che si sentirono scippati di un possibile scudetto. Nel secondo caso invece il concetto di suicidio per i nerazzurri e incredulità per i bianconeri la fece da padrone. Le lacrime di Ronaldo per il tracollo nerazzurro all’Olimpico con la Lazio e la gioia bianconera nello spogliatoio di Udine, rappresenteranno una tragedia per l’Inter e una gioia inaspettata per la Juventus.
In entrambi i casi Antonio Conte stava dalla parte dei bianconeri, li in mezzo al campo a guidare l’armata bianconera con il suo carisma, la sua leadership e la mentalità vincente. Adesso l’ambiente nerazzurro spera che queste doti possono ritornare utili per riportare l’Inter dove merita di stare.